Saturday, October 11, 2008

 

Storia di Rita, siciliana coraggiosa

Il nostro quotidano è il risultato delle lotte dei nostri padri e di chi ci ha preceduto, benché talvolta ce lo dimentichiamo e lo diamo per scontato. Eppure sono tante le storie di eroismo che ci passano accanto ogni giorno: la vicina che usa la sua pensione per comprare il cibo per i gatti randagi del proprio quartiere; il conducente di autobus che entra in servizio 25 minuti prima (senza essere pagato - ndr), per avere l'opportunità di prelevare il ragazzo handicappato che altrimenti non potrebbe andare a scuola; lo studente che ascolta di notte le lezioni che ha registrato in università, perché dopo aver frequentato non va a fare l'aperitivo con gli amici ma lavora in nero per aiutare la madre malata e vedova... Ognuno ha un suo dramma, una sua croce. Era così anche per Rita, giovane ragazza costretta a crescere velocemente a causa della malavita. Il suo cognome, Atria, era sinonimo di mafia così come per un altro suo eroico conterraneo (Peppino Impastato - ndr), eppure lei voleva liberarsi di quel marchio e costruire un quotidiano migliore per lei e per la sua terra, e nel suo diario scriveva: "Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci." Dunque scelse di sacrificare la sua vita e i suoi 17 anni per rivelare tutto quel che sapeva sulla mafia a un giudice (Paolo Borsellino - ndr) che stava provando davvero a cambiare le cose. E quando quel giudice fu ucciso, lei, a soli 18 anni, tolse il disturbo e si uccise, per evitare che le ritorsioni della mafia potessero colpire la sua famiglia e i suoi affetti. Tuttavia, il suo idealismo e il suo martirio non commossero quegli affetti di cui si preoccupava, e il giorno del funerale la sua bara si mosse da sola tra le vie del suo paese che tanto amava... La storia di Rita Acria, suicida a una settimana dalla strage di Via Amelio è raccontata in un film molto bello e commovente: "Diario di una siciliana ribelle" del regista Marco Amenta. Il film è quasi introvabile nelle videoteche (chissà come mai... - ndr), ma racconta una storia che merita di essere conosciuta.
E ricordata con gratitudine.
Questo è l'indirizzo del sito a lei dedicato, da oggi tra quelli che consiglio --> www.ritaatria.it

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