Wednesday, April 15, 2009

 

Terremoto, bilanci e polemiche

Altro post sul terremoto in abruzzo, l'ultimo a caldo. Le vittime sono salite a 297, ma ci sono ancora 34 dispersi. Gli sfollati sono 34.000 e solo il 53% delle abitazioni a L'Aquila potrà tornare agibile. Un disastro, insomma. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e di capire perché è successo tutto questo. Le opinioni e le posizioni a riguardo sono molteplici, io per il momento non ne ho una mia perché le mie fonti (amicizie in loco - ndr) sono troppo coinvolte; eventualmente ne scriverò più avanti. Tra tutte le voci che si stanno sovrapponendo, mi ha colpito l'articolo di un giovane giornalista siciliano, Giacomo Di Girolamo, che ha scritto un pezzo tanto provocatorio -o almeno spero che solo questo fosse il suo intento- quanto scomodo. Gran parte delle cose che ha scritto non le condivido (a cominciare dal titolo che ha scelto - ndr), ma ha il mio rispetto per il coraggio e la civiltà che ha dimostrato e, soprattutto, merita di essere letto: le censure preconcette non mi piacciono e quindi copio/incollo il suo articolo. "Non condivido quello che dici, ma darò la vita affinché tu lo possa dire." - Voltaire.
Buona lettura. ;-)
MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO...(di GIACOMO DI GIROLAMO)
"Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda. Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare. Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro. Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese. E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella. C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno? Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2, al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente? Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte. Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva! Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è. Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate. Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente. Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo. Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto. Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto. Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto. Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto. Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia. Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know how del Sol Levante fosse solo un’esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico. E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d’altronde."
Giacomo Di Girolamo

Comments:
HAI RAGIONE ALBERTO,
manca ,eccome se manca il P.P.PASOLINI! Lui che NON volle mai "riadattarsi" a nulla perchè,diceva che,ogni "riadattamento" è un patteggiamento col male.Lui che ebbe il coraggio d'abbandonare ogni idea fon-da-men-ta-le,cer-tez-ze,con-so-la-zio-ni...Ma il P.P.P. non c'è più e "noi" vogliamo le ",mezze verità!...Un abbraccio,Bianca 2007
 
@BIANCA2007
Cara Bianca, ti ringrazio per l'entusiastica condivisione del pensiero, ma quelle che hai approvato non sono parole mie, bensì di Di Girolamo. :-)
Ciò non toglie che mi fa piacere rileggerti da queste parti, sperando che la vita ci conceda presto una seconda occasione d'incontro.
Un abbraccio amicale :-)
 
Ciao Alby!!! grazie del commento...ma sono già grande...abbastanza...diciamo metà-metà... :D

Il post è lungo ... dovrò leggerlo con attenzione! Ma già certe parole lette non mi piacciono!
Per un momento ho pensato che fossero tue...e mi son detta :"ma come?"...poi ho letto meglio e ho capito che erano di un tizio...
Sarò cattiva, ma quanto mi piacerebbe vedere la faccia di questo tizio se si trovasse nel pieno di una tragedia, senza soldi, senza familiari, SOLO e CON IL DOLORE DELLA PERDITA, con le persone, suoi connazionali, che gli voltano le spalle citando Pasolini!
Davanti al dolore umano e alle tragedie, l'unica vera forza dell'uomo è unirsi a aiutarsi!
Al diavolo la demagia, gli stupidi intelletualismi e le devianze politiche!
>:/
 
Caro Alberto, ho letto attentamente l'articolo che tu hai (giustamente) postato nonostante la tua posizione non esattamente conforme al contenuto del sopracitato. Trovo che la storia di "non dò l'euro" sia solo una provocazione, azzeccata, per denunciare qualcosa di molto più grande, che risponde al nome di malfunzionamento del grande, ampolloso e macchinoso marchingegno che si chiama politica italiana, cui si affiancano i media stessi, latori di notizie sempre troppo schierate da una parte o dall'altra per riportare i fatti nel modo più obiettivo possibile.
Non so cosa pensare. Ma condivido l'indignazione. Si parla di un futuro per L'Aquila, di una nuova città in cui nessuno vorrà andare. E allora che senso avrebbe?
Si parla di ricostruzione, si parla di fondi che probabilmente non esistono. Perché illudere le persone?
Quello che più mi fa incazzare è che si sta speculando sull'ennesima tragedia, che avrebbe potuto essere una vera catastrofe. Mi fa incazzare che improvvisamente gli abruzzesi siano diventati un popolo dignitoso, contenuto, chiuso nel suo dolore, quando la gente NON SA che invece gli abruzzesi sono probabilmente tra le persone più grette, violente, vanesie, prive di idee. Solo che ora c'è stato il terremoto e tutto è cambiato.
Mi frullano in mente troppe cose. So solo che io ho vissuto la paura con la mia famiglia, abbiamo sentito ogni cosa, ho cercato persino di mettermi a disposizione della Caritas e ciò che ho visto è stato lo sdegnoso atteggiamento di certe persone che, nello smistare i vestiti, hanno detto: "Quelli usati non li mandiamo agli aquilani". Roba tenuta benissimo, tengo a sottolinearlo. Ma ciò che è usato non si conforma all'abruzzese.
Che rabbia.
Scusa questo post. Ma ne ho sentite veramente troppe e ogni volta rimugino, rimugino, rimugino...
Un abbraccio incazzato nero
Ady
 
@SPRATZ
Anche io la penso in modo Spratzoso a riguardo! :-)
Soprattutto mi sembra eccessivo il titolo, perché sintetizza i contenuti di una provocazione -anche motivata, per carità- e sembra un offesa verso quelle persone che stanno vivendo un dramma enorme.
La solidarietà, secondo me, è un dovere in certi casi; anche a costo di vedere i propri risparmi usati in modo improprio o addirittura sperperati.
Un abbraccio ingenuo :-)

@ADYNATION86
Ognuno di noi non può fare a meno di partire dalla propria soggettività quando esprime un'opinione, quindi non è necessario che tu ti scusi di niente.
Sicuramente Di Girolamo cita episodi e situazioni che ha vissuto, elaborato e masticato prima di buttarsi sulla tastiera e scrivere quelle cose; ma non tutti possono capire le ragioni della sua rabbia senza leggere il suo articolo e, forse, senza aver vissuto certe cose, per questo penso che la sua provocazione sia stata un po' avventata nella forma.
Gli abruzzesi che conosco io sono persone molto ospitali e cordiali, ma anche se non fossero così abbiamo tutti il dovere di aiutarli in una situazione così difficile e tragica.
A suffragare quanto hai scritto sui vestiti usati, devo confessare che anch'io mi sono sentito rispondere che la tenda con la quale ho fatto l'unica vacanza in campeggio della mia vita (tenuta benissimo - ndr) non serviva, ma che avrei potuto donare 50 Euro per comprarne una nuova se avessi avuto questo desiderio... E anch'io sono rimasto perplesso da questa valutazione, ma gli abruzzesi non c'entrano; penso che forse siano i criteri di selezione del materiale utile da inviare, che forse sono un po' troppo ristretti. ;-)
E comunque bisogna dare atto che la Protezione Civile si è mossa a tempo di record e con grande impegno: il balletto delle speculazioni politiche e degli sciacallaggi vari (ci sono banche che fanno pagare 5 Euro di commissioni per i bonifici fatti a favore dei terremotati... Ti sembra giusto? - ndr) non è imputaile a questi nostri eroi moderni, secondo me. Ma non rassegniamoci a queste logiche! Altrimenti rischiamo di avere solo un aumento esponenziale del cinismo. Ti pare?
Un abbraccio affettuoso :-)
 
holaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :-D queridoooooooooooo!!!!
Ho letto questa untervista e ho visto il giornalista in questione da Santoro sono d'accordo con lui non tanto per il dare o non dare l'euro o che dir si voglia, ma per i concetti che esprime, primo fra tutti gli stipendi dei politici che come tu sai ho gridato e rigridato di diminuire e non solo per il terremoto ma soprattutto per la crisi che stiamo attraversando, sono oltremodo d'accordo con lui su tutto il resto...sò anche che non potevi dubitarne querido!!!!!
Un besito!!
HASTA SIEMPRE!!
 
E ha ragione ,mio caro Alberto, cazzo se ha ragione...e sono incazzata nera...e..e..e..
 
Ciao Alberto, rieccomi!
Condivido il pensiero del giornalista in questione, tutto tranne il rifiuto del dare.Sarà che penso sempre che dare fa sempre e comunque bene, perchè ci libera dai nostri egoismi, togliendo un pò a noi stessi togliamo anche un un pò di noi stessi...
Dici che deliro? Sarà.
Comunque ti abbraccio.
 
Giorni intensi, molto intensi.
Vi ringrazio una volta di più per l'amicizia costante che mi dimostrate e per i vostri commenti, che stimolano la mia voglia di mantenere vivo il dialogo virtuale di questo blog.
Un abbraccio a tutte/i. :-)

Nel dettaglio...

@NADIA
Hola, Querida! :-D
Al di là delle nostre diverse vedute, spero avrai apprezzato il pluralismo democratico che mi ha spinto a dare "visibilità" a un'opinione degna di essere letta; a prescindere.
Quando farai la stessa cosa con una dichiarazione degna di un politico al governo? ;-)
Un abbraccio obiettivo :-)

@VIOLA
A mio parere, cara Viola, anche le provocazioni -per quanto legittime, come questa- dovrebbero avere una limitazione.
Esortare a non aiutare le popolazioni dell'abruzzo è sbagliato, secondo me; anche se quanto ha scritto è vero. Ora c'è da dare una mano, tutti insieme; poi sarà il tempo delle incazzature e delle dialettiche antimafia o antispeculazioni.
La vita non aspetta; e in abruzzo molti bambini sono senza casa: non possiamo farli aspettare che risolviamo le nostre ultra decennali magagne. :-/
Un abbraccio immediato :-)

@PENELOPE
Bentornata! :-D
Se deliri tu, deliro anch'io.
Infatti, sono d'accordo con te: bisogna dare, anche se quello che ha scritto Di Girolamo è sensato e, per molti aspetti, giusto.
Un abbraccio benefico :-)
 
hola mi spiace deluderti ma non sono la buona samaritana che fa i favori ai governanti del momento!!!!!
Un abbraccio e un besito!!!
 
Io sostanzialmente condivido il pensiero del giornalista...condivido la sua rabbia nei confronti di una classe politica e di una società nel suo insieme che non sanno fare altro che unirsi e fare gare di solidarietà solo nei momenti della tragedia.
Accendono i riflettori e le telecamere, infarciscono i telegiornali e ogni sorta di trasmissione televisiva di contenuti drammatici, di storie tristi e raccolte fondi (tanto fanno alzare l'audience, che non fa mai male).
E poi? Dopo qualche settimana l'attenzione gradatamente cala, ci si dimentica di tutto e si continua ad operare in malafede fregandosene se il loro operato criminoso possa uccidere un giorno delle persone.

Forse non avrei scelto quel titolo e non sono capace poi di mettere in pratica il rifiuto ad aiutare chi soffre...ma, ripeto, l'articolo mi trova d'accordo.

Un abbraccio indignato ;-)
 
Primo maggio di lavoro, ma col piacere di poter rispondere a voi che mi siete sempre vicino e che mi dato sempre un motivo per continuare a credere nell'amicizia; anche quella virtuale. ;-)
Un abbraccio a tutte/i. :-)

Nel dettaglio...

@NADIA
Hola, Querida! :-D
Hai ragione: la tua chiusura pregiudiziale un po' mi delude, perché credo che la democrazia si aviva solo se c'è il rispetto delle opinioni altrui; anche quando sono molto diverse dalle nostre.
Ma a parte questo, sai che ti considero un'amica e quindi ti perdono tutto (o quasi... :-D - ndr).
Un abbraccio tollerante :-)

@PIBUA
Bentornata! :-D
Nel tuo ultimo paragrafo, ci sono le mie stesse perplessità e il mio stesso atteggiamento verso il prossimo. ;-)

L'articolo di Di Girolamo è piaciuto anche a me, perché è motivato e giustamente risentito verso malcostumi che stanno diventando endemici della nostra politica; a destra, a sinistra, al centro, sopra e sotto... :-/

Tuttavia penso che un giornalista debba fare un passaggio in più rispetto a quello della "memoria storica", contestualizzare i fatti e giudicare con obiettività. E a mio parere (credimi: non lo scrivo perché probabilmente io e Di Girolamo abbiamo idee politiche diverse - ndr), quello che manca nell'articolo che ho citato è il riconoscimento della immediata risposta istituzionale; situazione che non si era verificata negli altri sismi e che lascia ben sperare che i nostri aiuti siano -questa volta- usati per aiutare un'area, prima che una popolazione.
Io l'euro l'ho dato, più di uno a dire il vero; e il mio unico rammarico è quello di non aver potuto darne di più o di non essere riuscito ad andare sul posto di persona. Questo avrei scritto se avessi avuto la visibilità che ha Di Girolamo dal suo giornale.

Credo nel giornalismo e nell'etica del giornalismo (oltre che nella deontologia, naturalmente - ndr), per questo sono convinto che la retorica di Di Girolamo sia stata un'occasione sprecata per tutti, ma forse una buona vetrina per lui... ;-)
Un abbraccio costruttivo :-)
 
Ciao Alberto un passaggio veloce per un saluto e un abbraccio.
Ciao
 
@ALBACHIARA
Bentornata! :-D
Saluto e abbraccio da te sono sempre graditissimi; avrei voluto fartene uno di persona la settimana dei ponti, ma vicende personali mi hanno inopinatamente trattenuto a Milano. Peccato. :-/
Evidentemente per me non è ancora il momento dell'alba...

Un abbraccio addaPassàA'Nuttata :-)
 
ciao Alberto ti lascio un bacione grande grande e spero che tu stia bene! kisssss
 
Rieccomi, dopo il lungo silenzio sono tornato! Sul terremoto come sempre si è detto troppo e non si è fatto abbastanza...speriamo che non cada tutto nel dimenticatoio, com'è d'uso in Italia.
A presto :-)
 
...ovviamente sono Mad Riot, ma Blogger mi identifica con il nome del mio blog...che seccatura ^_^
 
Chiedo scusa a tutte/i che mi siete sempre vicino, ma ho difficoltà a scrivere di me in questo periodo.
Ho piacere, però, che mi facciate sentire la vostra presenza nonostante il mio lassismo. ;-)
Un abbraccio a tutte/i. Di cuore.

Nel dettaglio...


@SARETTA
Saperti felice e innamorata mi dà una gran gioia!
Passa quando vuoi, questa è casa tua. ;-)

Un abbraccio amicale :-)

@dreamharbur/Mad Riot
Col nome del sito, con lo pseudonimo di battaglia o col nome Gabriele... ...TU SEI SEMPRE IL BENVENUTO! ;-)
E stanotte passo a vedere il tuo nuovo post.

Un abbraccio accidioso :-)
 
@Cpchenkao 滿天星花語
Sei sempre il benvenuto, lo sai. ;-)
Però se non scrivi in italiano (o almeno in inglese, ndr), non sono in grado di risponderti. :-/
Un abbraccio ideogrammatico :-)
 
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